Il carato, ovvero il peso del diamante: origine e significato | I GREGORI GIOIELLI
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Il carato, ovvero il peso del diamante: origine e significato

Il carato, ovvero il peso del diamante: origine e significato

Quando si parla di carato ci si riferisce all’unità di misura del diamante e, al contempo, anche al suo peso. Un carato equivale a 0.20 grammi, e al di sotto di esso si parla di “centesimi” o, in termini più tecnici, di “punti”. Per intenderci, un diamante da mezzo carato è quindi un diamante da 50 centesimi o 50 punti.

La parola “carato” trova origine nei semi di carrubo che, in antichità, venivano utilizzati per pesare le pietre preziose. Maggiore è il peso del diamante, maggiore è la sua grandezza e dunque il suo diametro.

Il carato come unità di misura venne definito con precisione soltanto nel 1832, in Sudafrica – che ancora oggi rappresenta il centro nevralgico mondiale nella produzione ed esportazione dei diamanti. Proprio in questo Paese venne stabilita la connessione “moderna” tra carato e attuale sistema metrico decimale. Ma come ci riuscirono?

Utilizzando una bilancia a bracci uguali con semi di carruba ed eseguendo la media aritmetica dei risultati ottenuti, che portò alla definizione di valore approssimativo di circa 0.2 grammi.

Successivamente, durante la quarta edizione della Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure del 1907, il carato (o carato metrico) venne adottato definitivamente come unità di misura di massa equiparabile proprio a 0.2 grammi.

Per quanto riguarda invece l’etimologia del termine carato, essa deriva dalla parola araba Gīrāṭ, che può essere tradotta come “ventiquattresima parte”. A sua volta, il termine Gīrāṭ ha origine dal greco kerátion (diminutivo di Keras “corno“). Anche in questo caso, il riferimento non è casuale perché prende spunto dai semi di siliqua, molto somiglianti a quelli del carrubo e che, per quanto riguarda il peso, equivalgono a circa 1/5 di grammo. Al contrario dei semi del carrubo, tuttavia, i semi di siliqua sono caratterizzati da una certa uniformità di massa, mentre i primi possono variare in modo anche piuttosto marcato.

È importante sottolineare che il valore di un diamante è fortemente legato all’aspetto della caratura, e questo significa che tanto più grandi saranno le sue dimensioni, tanto la pietra sarà più rara e preziosa. Tuttavia, l’incremento di prezzo non è necessariamente proporzionale perché, come è noto, la caratura è soltanto una delle caratteristiche che contribuiscono a definire il valore della pietra.

In linea generale, le fasce di prezzo dei diamanti sono determinate settimanalmente da Martin Rapaport, Amministratore Delegato del Gruppo Rapaport di New York, nel cosiddetto “Rapaport Diamond Report”. Questo documento è considerato il listino prezzo standard per la valutazione delle pietre da parte dei professionisti di settore e si compone di una tabella che riporta le quotazioni dei diamanti incolori classificate secondo le classiche 4C:

  • Color (Colore)
  • Cut (Taglio)
  • Clarity (Purezza)
  • Carat (Peso)

C’è infine un’altra C che andrebbe menzionata e che contribuisce a definire il valore della pietra, ed è il Certificato del diamante.

 

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